LA STORIA DEL NOSTRO AMICO M.
di Agnese Cattoretti BFRP- 2012
M., specializzato in medicina dello sport e geriatra, entra in ospedale il giorno del suo 59esimo compleanno e, dopo una settimana, verrà trasferito all'Hospice Floriani dell'Istituto dei Tumori. La sua situazione fisica è al limite: i valori del sangue e l'avanzamento delle metastasi partite da linfonodi nel collo e torace fanno decretare ai medici la terminalità.
Fin dal primo giorno del ricovero acconsente ad assumere i Rimedi.
Red Chestnut: ha due figli di cui una di 10 anni verso cui ha molta preoccupazione
Mimulus: ha paura del dolore e della morte
Sweet Chestnut: ha una compagna di 25 anni più giovane e di cui è fortemente innamorato e sente una dolorosa angoscia all'idea di doversene andare
Crab Apple: lamenta nausee devastanti che negli ultimi 5 mesi gli hanno impedito di alimentarsi con facilità e per la vergogna degli orrendi bozzi che gli stanno crescendo sul collo e vicino alla clavicola
Olive: lamenta una stanchezza infinita con mancanza di energia
Walnut: perchè dice di fare fatica ad abituarsi all'idea di essere lì, ai rumori della camera d'ospedale, agli odori, agli sguardi un pò spaventati di alcuni amici che lo vengono a trovare...
Dall'inizio del trattamento comincia a dormire bene, la giovane compagna riferisce di aver riscontrato che se si sveglia con agitazione questa viene placata nel giro di poco dall'assunzione dei Rimedi. Torna il buonumore. La vera forza fisica non è mai tornata (fa fatica ad alzarsi per andare in bagno) ma si sente decisamente più forte e la sudorazione che lo spossa viene sentita in modo meno sfibrante. Ha la sensazione di sentire un corpo più tonico.
Dopo 4 giorni circa chiede un rimedio per sentirsi più sprint, vorrebbe più voglia di fare, di vedere più persone, ecc. Viene aggiunto Hornbeam.
Viene trasferito all'Hospice. Verifico se per lui è un trauma ma è totalmente consapevole di cosa stia capitando e mi viene detto che era conscio da anni che sarebbe finita così. Il suo è proprio un dolore Sweet Chestnut.
Si prosegue con questo mix fino al giorno in cui gli si gonfia una gamba e M. si demoralizza di poter proseguire come è stato fin'ora. E' sconfortato. Viene tolto Olive perchè dice di non sentire più la spossatezza e viene aggiunto Gentian proprio per lo sconforto.
Con questo mix il suo umore ritorna immediatamente buono, decide di vedere la figlia che non voleva vedere perchè preoccupato che per lei fosse uno shock. E viene anche visitato dall'anziana madre 85enne. Dopo 2 giorni Gentian non serve più.
Una notte viene preso da un grande improvviso spavento (Rescue) e qui inizia una rapida china con periodi di incoscienza alternati a momenti di lucidità in cui ancora fa battute, scherza e ride.
La situazione precipita e l'ultimo periodo lo passa in semiincoscienza tranne una notte in cui apre gli occhi e dice "Buongiorno" all'infermiera e "Tu sei il mio amore" alla compagna. In questo periodo viene continuamente spruzzato Rescue tutto intorno.
La situazione si fa ancora più critica: blocco renale ed edema in tutto il corpo. L'acqua nei polmoni comincia ad essere invasiva quindi viene broncoaspirato ad intervalli di due o tre ore. Per questo motivo i medici lo sedano. Viene spruzzato Rescue tutto intorno.
Dopo 2 giorni il respiro torna regolare, è incosciente e sedato, si continua con il Rescue intorno.
Lo stato fisico è allo stremo, ma stenta a morire. Tutti: parenti, infermieri e amici si chiedono come mai riesca a resistere così a lungo. Finalmente l'ex compagna, che non vedeva da 8 anni e con cui era in contrasto, lo va a trovare: 5 minuti dopo che è uscita dalla stanza spira serenamente in soli 2 respiri.
Il giorno del decesso, dopo che la salma viene trasferita, interrogo una delle infermiere che lo aveva curato in questo periodo di ricovero in Hospice. Le chiedo sull'andamento di M. alla luce del fatto che sia stato trattato con i Rimedi e mi dice che ora si spiega come mai questo paziente fosse così tranquillo e i loro amici e parenti pure.
Non sono stati quasi mai utilizzati ansiolitici o ipnotici per indurre il sonno, dopo quella notte con quel grande spavento improvviso, ho fornito la sua compagna del Rescue e da allora non c'è più stato bisogno di alcun farmaco ansiolitico.
Riguardo alla morfina l'infermiera dice che una dose cospicua o piccola non sono indicative perchè dipende dalla soglia del dolore, ecc, del paziente, ma in M. è stato rilevato un basso dosaggio e soprattutto regolare, mai fatto boli, e in alcuni periodi addirittura staccata la pompa per varie ore.
La serenità cn cui M. ha trascorso questo periodo è incredibile anche rispetto alla paura del dolore e della morte che erano una caratteristica per cui lo prendevamo in giro quando mai avremmo pensato che lui sarebbe stato il primo tra noi amici ad andarsene.
I Rimedi hanno agito molto anche su tutte le numerose persone che si sono avvicendate al suo capezzale. E' stata una storia di grande dolcezza e M., che era stato il nostro skipper, maestro di sci, ciclista e organizzatore di gite indimenticabili, ci ha lasciato senza sciupare nemmeno per un attimo l'immagine di uomo sempre pronto alla battuta.
Agnese Cattoretti BFRP e insegnante di 1°, 2° e 3° livello Bach Centre
Ringrazio di cuore Agnese che ha scritto queste parole e mi ha permesso di condividerle in occasione della conversazione sull'uso dei Fiori di Bach in Hospice che sono stata invitata a tenere al Master di secondo livello in Medicine Palliative - Università degli Studi di Milano - Facoltà di Medicina - nel novembre 2012
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