Estratto da "IL COUNSELING INTEGRATO NEL PERCORSO ONCOLOGICO - L'ESPERIENZA DI UN VOLONTARIO COUNSELOR"

di Daniela Buvoli Scordamaglia BFRP - 2010

 





 

"Noi dobbiamo accogliere la nostra esistenza quanto più ampiamente ci riesca:
tutto, anche l'inaudito, deve essere ivi possibile.
E' questo in fondo il solo coraggio che a noi si richieda:
il coraggio di fronte all'esperienza più strana,
più prodigiosa e più inesplicabile che si possa incontrare (...)
Non ricavate conclusioni troppo rapide a quello che vi accade;
lasciate che semplicemente vi accada."          (R.M.Rilke - Lettere a un giovane poeta)


"Da alcuni anni sono volontaria d'accompagnamento presso il reparto Oncologico e ora anche presso l'Hospice che si trovano all'interno dell'Ospedale di Casalpusterlengo. Occasionalmente sono disponibile anche per il servizio domiciliare. (...)
Sono consapevole che i modi di relazionarsi sono molteplici e dipendono dalle situazioni, dalle persone e dai momenti e come la mente ha una sua memoria, esiste anche una memoria del corpo.
Volevo imparare a essere presente e stare in ascolto dell'Inspiegabile, stare aderente al mio sentire senza indossare vesti non mie, stare nelle situazioni, fermarmi con presenza, corpo, pensieri, sentimenti.
Talvolta il malato e la malattia si osservano solo dal lato tecnico e non ci si sofferma sulle sensazioni e sentimenti o su sguardi vulnerabili e insicuri: gli occhi guardano, ma l'anima ed il cuore non partecipano se lo sguardo è vuoto d'interesse e l'orecchio non percepisce la musica tra due note o il silenzio tra due onde del mare.
"con che pace
con che splendore
sale la luna ad oriente"

Così ho iniziato la mia navigazione.

LE TECNICHE COMPLEMENTARI
Le tecniche complementari sono una serie di interventi che si avvalgono di saperi e abilità acquisiti e vengono mantenuti attraverso un percorso formativo specifico.
Sono applicabili a quasi tutti i malati, privi di effetti collaterali, non sono invasive o cruente, possono essere integrate a qualsiasi trattamento convenzionale e richiedono un contatto più frequente e prolungato con il cliente. Possono essere utilmente affiancate alle cure ufficiali sia infermieristiche che mediche e possono essere parte integrante del piano di cura in ambito preventivo, curativo, riabilitativo, palliativo e di accompagnamento della persona. Se vissute con consapevolezza, con compassione e con il cuore possono fare la differenza nella relazione perchè fanno parte di un progetto formativo individuale che porta ad un più ampio processo di cambiamento dell'individuo.

STEFANIA NELL'ANIMA
Stefania è entrata nella mia vita inaspettata. L'ultima cosa che avrei immaginato era che proprio l'oncologo con la psicoterapeuta mi chiedessero se fossi disponibile ad accompagnare questa giovane donna, caso non facile. Figlia unica, sposata senza figli, volitiva e consapevole, fin dall'inizio della malattia aveva voluto prendere in prima persona tutte le decisioni che la riguardavano.
Mi fu annunciata la sua patologia e un forte dolore lombare che la stava facendo molto soffrire.
L'oncologo sentiva che un sostegno ed un accompagnamento avrebbe potuto giovarle, ma Stefania rifiutava categoricamente gli approcci della psicologa: il cancro era suo.
L'oncologo, che sapeva delle tecniche complemetari che io usavo, le ha proposto massaggi, Reiki e rilassamenti e lei ha accettato.
(...)
Ho sperimentato che in genere i pazienti non sono negativi nei confronti di un sostegno anche con queste tecniche, ma sono altresì convinta che è necessario essere bene integrati in èquipe per valutare di volta in volta con la psicoterapeuta, i medici e gli infermieri, le persone che necessitano di un tale sostegno e che ci deve essere un buon coordinamento.
(...)
Se la richiesta di Stefania all'inizio era puramente fisica (il mal di schiena), poi è andata pian piano verso la richiesta di un accompagnamento personale e di ricerca di senso.
(...)

I FIORI DI BACH
Il cammino di Stefania attraverso i Fiori di Bach è stato per me stupefacente, nel vedere come durante i mesi cambiavano i suoi stati d'animo e la sua consapevolezza e come i Fiori fino all'ultimo hanno siglato il suo percorso e le hanno permesso di prendere consapevolezza e trascendere le sue emozioni.
Le sono stati proposti dopo che la nostra relazione si era approfondita e lei si affidava sia alla light touch terapy che ai rilassamenti. Dalle condivisioni, infatti, trasparivano forti emozioni che ancora non condivideva ed i Fiori le hanno permesso un'ulteriore presa di coscienza del suo cammino esteriore ed interiore.
Stefania è sempre stata consapevole e partecipe del significato di tutti i rimedi, fino agli utlimi scelti e condivisi, che ha assunto consapevolmente anche il giorno della sua morte.

I primi Fiori:
Mimulus per la grande paura di non guarire. Per il bisogno di coraggio.
Rock Water per la sua rigidità nei confronti di se stessa e dei suoi principi.
Red Chestnut perchè prima di se stessa continuava a preoccuparsi per i genitori e per il marito.
Agrimony: era profondamente triste e impaurita, ma di fronte agli altri si metteva una maschera.
Star of Bethlehem per affrontare ed integrare il trauma subito sia per la diagnosi, sia per lo shock in ospedale.

Poi:
Mimulus per la paura che sempre l'accompagnava e per la continua richiesta di coraggio.
Beech per l'intolleranza sempre più forte nei confronti del marito.
Cherry Plum perchè temeva di lasciarsi andare a gesti un pò violenti nei confronti del marito (gli aveva tirato un paio di piatti ed un posacenere...)
Crab Apple per uno sfogo alla pelle dato dalla chemioterapia e perchè non accettava certi cambiamenti nel suo corpo.

Poi:
Mimulus: la paura di non farcela ed il bisogno di coraggio non la mollavano mai.
Olive per l'estrema stanchezza fisica e mentale dovuta alle cure.
Pine per i sensi di colpa nei confronti di se stessa perchè si riteneva responsabile della sua malattia.
Impatiens: era irritata perchè doveva sbrigare ancora delle cose, andare in studio ecc. e non poteva aspettare.
Holly: il sentimento verso il marito si era tramutato in rabbia e rancore per quello che non dava a lei e concedeva a se stesso.

Poi, quando ha cominciato a peggiorare e le è stata proposta la cura sperimentale:
Mimulus per la paura che non la lasciava e per il grande bisogno di coraggio.
Gentian: era triste, pessimista e delusa e temeva di non farcela:
Larch: aveva bisogno di riprendere fiducia in sè e nelle proprie capacità di ripresa.
Willow per il senso di impotenza di fronte alla situazione che peggiorava e che doveva subire.
Scleranthus per la decisione riguardo la cura sperimantale.

In Hospice:
Walnut per il cambiamento dovuto all'operazione ed all'aggravarsi delle sue condizioni.
Mimulus sempre per farsi coraggio e avere meno paura.
Aspen per il senso di smarrimento per ciò che avrebbe potuto accaderle.
Gorse: sentiva di non avere più speranza. Era consapevole che ci sarebbe voluto un miracolo.
Holly: era molto arrabbiata e portava rancore al marito per la separazione, perchè non capiva le sue motivazioni ed era egoista.

Gli ultimi Fiori:
non ha più voluto Mimulus e sono stati scelti:
Walnut perchè era pronta a lasciare la vita, voleva andare e non voleva essere influenzata da chi l'amava e ancora la tratteneva.
Impatiens: era impaziente di andarsene e non ce la faceva più ad aspettare.
Oak per il suo senso del dovere che la spingeva a battersi fino in fondo anche quando era sfinita e per dare tempo agli altri di staccarsi da lei.

(...)

Perfettamente cosciente Stefania ha chiesto i Fiori fino a tre ore prima di morire perchè sentiva che l'aiutavano e le gocce erano oramai gli unici liquidi che riusciva ad accettare perchè non riusciva più a deglutire.

Stefania mi ha salutato, esattamente nove mesi dopo il nostro primo incontro, quasi una gestazione, la nascita di un nuovo essere, giorno per giorno, come una crisalide che diventa farfalla. Ma chi è la crisalide diventata farfalla? Stefania? Io? Ambedue? Sento che in questi nove mesi ognuna di noi due ha partorito l'altra."

"Non c'è essenza senza esistenza
nè esistenza senza essenza.

Le esperienze non si possono trasmettere
Ma solo descrivere
Perchè servano da stimolo a esperienze personali."   (Raimond Panikkar)

Daniela Buvoli Scordamaglia BFRP, Counselor, insegnante di Yoga, volontaria. 

Ringrazio di cuore Daniela che ha scritto queste parole e mi ha permesso di condividerle in occasione della conversazione sull'uso dei Fiori di Bach in Hospice che sono stata invitata a tenere al Master di secondo livello in Medicine palliative - Università degli Studi di Milano - Facoltà di Medicina - nel novembre 2012