di Maria Chiara Verderi
Convegno internazionale
“Floriterapia, dal dott. Bach ai giorni nostri”Palazzo delle Stelline – c.so
Magenta, 61 – MILANO
Sono stata invitata al convegno internazionale Flower Therapy World Day
al Palazzo delle Stelline a Milano il 25/09/2016 per raccontare le
esperienze che vivo seguendo, insieme ad un altro volontario, il
progetto "Fiori di Bach in Hospice". Achille ed io stiamo seguendo
questo progetto ormai da 5 anni presso l'Hospice Malattie Infettive
dell'Ospedale Sacco di Milano. Allego un riassunto di quanto ho
raccontato al Congresso, grata per l'opportunità che mi è stata concessa
di divulgare il nostro lavoro.
FIORI DI BACH, SERENITA’ IN HOSPICE
Mi chiamo
Maria Chiara Verderi sono un counselor integrato a mediazione corporea e sono
una BFRP cioè una consulente e insegnante di 1 e 2 livello del Bach Centre.
Dal 2009
sono volontaria presso l’Hospice Malattie Infettive dell’ospedale Sacco dove,
insieme ad un altro volontario, Achille, portiamo avanti il progetto “Fiori di
Bach in Hospice”
CHE COS’E’
UN HOSPICE
Un hospice è
la struttura ospedaliera in cui vengono accolti malati inguaribili in fine vita che verranno accompagnati fino
alla loro fine.
La cultura
degli Hospice nasce in Inghilterra negli anni ’60 circa grazie alle intuizioni
di una infermiera, Cicely Saunders, divenuta successivamente anche medico
La Saunders
per prima capì l’importanza di dare un’assistenza particolare alle persone con
gravi patologie e con diagnosi infausta che, sebbene non abbiano più
possibilità di essere guarite a livello fisico necessitano però di cure. Le
persone possono essere dichiarate inguaribili ma rimangono comunque sempre
curabili. La Saunders promuove una maggiore attenzione e grande rispetto a
cominciare dalla terminologia. Oggi, infatti, non si parla più di pazienti
terminali: se mai è la malattia che è terminale ma le cure continuano
Il paziente
torna ad essere considerato una persona e cessa di essere definita come il
portatore di una patologia. Non sentiremo più parlare del “linfoma del letto
12” o della “cardiopatia della camera 3”
Ogni persona
ha il diritto alla cura fino all’ultimo momento della sua vita, anche quando la guarigione non è più
possibile. Ribadisce l’importanza della vicinanza dei familiari e di un
adeguato numero di figure professionali qualificate e competenti per una assistenza che sia globale e per cure
personalizzate.
Il suo
obiettivo principale era liberare la persona ammalata dalla sofferenza e dal
dolore che viene definito “dolore totale” e cioè non un dolore solamente fisico
ma anche emotivo e spirituale.
Parliamo
quindi di medicina del dolore che prevede una serie di condizioni differenti
rispetto agli altri reparti: presenza di diverse figure preparate
adeguatamente: medici specializzati, infermieri e operatori preparati oltre che
nelle cure in fine vita, anche per quel
che riguarda l’aspetto relazionale, psicologo, assistente sociale, mediatore
culturale, assistenti spirituali, volontari; ambienti curati con camere singole,
spaziose approntate per accogliere i familiari che volessero fermarsi;
abolizione degli orari di visita; eccetera .
L’obiettivo
è quello di portare ad un miglioramento della qualità della vita e una
riduzione della sofferenza
Roberta
caposala in un Hospice di Milano scrive: “Il malato in Hospice ha bisogno
principalmente di relazione e accoglienza. Ha bisogno di essere ascoltato. Un
colloquio per la scelta dei Fiori di Bach fa sì che la persona si concentri su
se stessa, cerchi di capire cosa prova e perché, la mette in condizione di
sforzarsi di spiegarlo, di dare un nome alle emozioni che prova. Così facendo
si riconosce e si fa riconoscere. Così facendo scopre di avere davanti qualcuno
che la guarda e che desidera capirla e conoscerla”
Achille scrive:
“..un ruolo importante ha avuto in tutto questo l’attenzione alle emozioni
(richiesta dalla pratica dei Fiori di Bach) come attenzione alla persona,
accompagnamento reale.
I FdB,
iniziandomi ad una attenzione e ad un ascolto che mi hanno sorpreso, hanno
contribuito a cambiare anche me. La vicinanza con il limite della vita mi ha
consentito non solo di cogliere le emozioni ma di restituirne insieme il senso,
come senso del limite. (…) per coloro che debbono varcare l’ultima soglia
possiamo immaginare tante cose utili, indispensabili, tra queste trovano
giustamente posto la terapia del dolore e le tecnologie biomediche che
permettono di alleviare i sintomi. Possiamo anche immaginare strutture sempre
più adeguate per accogliere i malati incurabili ed i familiari e assicurare
loro un tempo di vicinanza e di accompagnamento. Ma tutte queste cose, pur
essendo utili o persino indispensabili, non bastano: ciò che serve è l’ascolto,
la parola, la relazione nella quale cogliere insieme l’ordito di una
narrazione”
COME è NATO
IL PROGETTO
Questo
progetto nasce grazie alla passione e al lavoro di altre due consulenti e
insegnanti del Bach Centre che formarono con il 1 livello una dottoressa
dell’Hospice, la psicologa e due infermiere.
A causa poi
di varie vicissitudini lavorative il progetto rischiò di arenarsi. La psicologa
allora chiese a me, che ero già presente in Hospice come Counselor per il personale
curante, se potevo seguire il gruppo. Naturalmente accettai e si avviò quindi
un periodo intermedio di prova in cui al gruppo si unì anche Achille, uno dei
volontari.
Purtroppo
una alla volta le persone coinvolte, a causa di trasferimenti, vennero a
mancare e così del gruppo originario rimanemmo Achille ed io.
Era il
settembre del 2011 e da quella data il progetto originario mutò leggermente e prese
la forma che ha anche oggi. Contemporaneamente nacque anche un blog “Fiori di
Bach in Hospice” in cui raccontiamo a più voci le nostre esperienze e le nostre
riflessioni.
Alla fine di
agosto il progetto ha compiuto 5 anni
Achille è il
volontario che lavora “sul campo” ed io fungo da aiuto e supervisione (anche se
ormai non ce ne sarebbe più bisogno!)
Tuttavia il
progetto sta funzionando bene solo grazie al lavoro di tanti:
innanzi
tutto grazie alla disponibilità del dirigente della struttura e di tutto il
personale: medici, psicologa, caposala, infermieri, operatori sociosanitari e
volontari che ci hanno accolti con grande disponibilità e grande cuore
la ditta
Loacker Remedia, distributore in Italia dei rimedi prodotti dalla Nelsons
Pharmacy, ci ha generosamente regalato la cassetta completa con tutti e 38 i
Rimedi
l’associazione
di volontariato dell’Hospice, l’AHMIS, Amici Hospice Malattie Infettive, ci
aiuta e supporta costantemente nella prosecuzione del progetto
Senza di
loro tutto ciò non sarebbe proprio possibile!
COSA
FACCIAMO
I fiori di
Bach vengono offerti a tutti i degenti come accompagnamento emotivo abbracciando in pieno lo spirito del pensiero del dott. Bach: "Simplicity, Humility, Compassion"
Pur valutandone l'importanza noi non riteniamo sia questo il luogo per considerare raccolte dati, per proporre studi o per stilare rapporti. Siamo in un luogo in cui le persone ricoverate affrontano i loro momenti più difficili e crediamo che queste persone e questi momenti meritino rispetto e semplice vicinanza compassionevole.
In un Hospice si lavora in equipe, ognuno (medici, infermieri, operatori sociosanitari, psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali, volontari, eccetera) porta il suo contributo, grande o piccolo, affinchè le persone qui ricoverate possano affrontare i loro ultimi momenti nel modo meno difficile possibile. I Fiori di Bach sono uno dei tanti strumenti che vengono qui usati. Noi, pur conoscendone bene il valore, li utilizziamo senza scopi di ricerca, in umiltà e con spirito di servizio.
All’arrivo
in Hospice tutti vengono accolti con una ciotolina con il Rescue in modo che
l’ingresso sia il meno traumatico possibile
Successivamente
i degenti e le famiglie vengono informati di quanto stiamo facendo e di cosa
siano i Fiori.
Ad oggi solo
una signora anziana con Alzheimer rifiutò i Fiori adducendo di essere
allergica. Ma dopo pochi giorni li volle anch’essa
Appena
possibile si cerca di capire, tramite colloqui diretti quando possibile,
ascoltando i parenti, ascoltando il personale nelle riunioni d’èquipe e il
parere della psicologa, in modo da individuare quale siano le problematiche
emotive della persona in cura e delle famiglie, dopo di che viene preparato un
mix di Fiori personalizzato
COME DIAMO I
FIORI
Il mix di
Fiori viene messo in una ciotolina piena d’acqua e posta all’interno della
camera
Non possiamo
dare i Fiori per bocca ma abbiamo notato in innumerevoli occasioni che
l’effetto viene raggiunto anche con questo metodo
Inoltre
utilizziamo i Fiori anche in modalità spry: lasciamo a disposizione, quando
siamo in presenza di persone con alti gradi di emotività, un flaconcino con
spruzzatore spry con i Fiori utili oppure con il Rescue in modo che i parenti,
al bisogno, possano vaporizzarli nell’ambiente. Questo è particolarmente utile
durante la notte, momento frequentemente difficile in questi frangenti
QUANTI
PAZIENTI
Diamo i
Fiori a circa 200 pazienti ogni anno.
Quest’ultimo
anno, il quinto, da settembre 2015 alla fine di agosto 2016 abbiamo dato i
Fiori a 195 pazienti (tutti quelli ricoverati), molto spesso abbiamo aggiunto
quelli utili ai familiari. Naturalmente li prendiamo a nostra volta e sono a
disposizione anche per il personale, quando lo desiderano
QUALI FIORI
Tutti!!!! La
mia nonna diceva colloquialmente “Ogni testa, un mondo!” e devo riconoscere che
questa filosofia spicciola esprimeva benissimo il concetto di “rimedi
personalizzati” che utilizziamo se scegliamo di seguire il metodo originale del
dott. Bach.
Abbiamo
frequentemente appurato che non esistono emozioni standard in nessun frangente
della vita bensì un modo unico per ogni persona di affrontarli.
Pensiamo
erroneamente che chi è in fine vita debba necessariamente provare emozioni
comuni a tutti che hanno a che fare con paura, rabbia, attaccamento ma non è solo
così. Davvero ognuno affronta ogni evento della vita, anche nei suoi ultimi momenti, in
maniera unica e personalissima.
Ci siamo ritrovati
a comporre mix con Fiori a prima vista improbabili ma non abbiamo giudicato se fossero
più o meno opportuni. Semplicemente, come diceva il dott Bach, abbiamo
ascoltato e abbiamo proposto i Fiori che ci venivano chiesti, non quelli che
pensavamo fossero opportuni dal nostro punto di vista. A volte ciò ci ha
sorpresi veramente!
Proviamo a raccontarvi alcune storie di persone che sono state con noi per brevi momenti. Per proteggerne la privacy adotteremo dei nomi di fantasia.
LA REGINA
NERA
Primogenita
di un capo africano, destinata a succedergli e investita sin da piccola della
responsabilità di pensarsi sempre come il lievito che porta prosperità al
popolo, mai come singolo individuo. Infatti parlò sempre di storia, di politica,
di famiglia, del suo popolo, di catastrofi, mai di se stessa come singolo individuo.
Capovolgimenti
politici avevano costretto lei e la famiglia alla fuga. Lei arrivò in Italia
Bellissima,
fiera, perfettamente al corrente della sua situazione e senza un lamento,
ammantata di una dignità sbalorditiva, sedeva nel letto come su di un trono.
All’aggravarsi
della sua condizione era arrivata una delle sorelle da un altro paese
dell’Europa che l’assisteva, pronta a difenderla, come fosse una regina, quasi
una divinità, profondamente turbata quando ella veniva toccata anche solo da
una stretta di mano o da una carezza
Il Fiore che
Achille mise nella sua camera fu Water Violet, che l’accompagnò sino alla fine
consentendole una vicinanza e una
condivisione che altrimenti difficilmente avrebbe tollerato
SANDRA E
RAIMONDO
Raimondo a
73 anni arrivò accompagnato dalla moglie che rimase al suo fianco sino alla
fine.
Una coppia
di anziani sposi dai caratteri forti, la cui conflittualità accendeva liti e
attacchi reciprochi continui per qualsiasi nonnulla, trovavano una coesione
granitica solo quando potevano dirigere la loro litigiosità e le loro critiche
contro il personale.
Inutile dire
quanto questo comportamento fosse difficile, esasperante e faticoso per il
personale
Con Vine,
Holly e Beech però i toni accesi si stemperarono e da quel momento la coppia
riuscì ad accettare gli interventi necessari e a riporre fiducia in quanto veniva
loro proposto
LA NONNINA
DI TITTI
La nonnina
che tutti vorremmo! Una signora di 92 anni dolcissima, sempre sorridente e
mansueta
Il problema
non era la gravità della sua situazione bensì il suo stato di esaurimento delle
energie, la sua prostrazione. Una stanchezza che la portava a lasciarsi
mitemente andare
Provammo con
Olive e, magicamente, la nonnina rifiorì!
Con le nuove
energie scoprimmo che aveva un caratterino di tutto rispetto e, riposta la
consueta mitezza, la nonnina cominciò persino a combinare piccole marachelle!
In barba
all’età e alle prime previsioni, si riprese e venne poi trasferita in una
residenza per anziani decisamente ringalluzzita
L’INCREDIBILE
HULK
Arriva da
noi a 42 anni rissoso, ingestibile, con il gusto perfido di imbrattare tutto
quello su cui riusciva a mettere le mani
Ero presente
quando a causa di una infermiera che cercava di arginare le sue malefatte,
accecato dalla rabbia, si avventò contro gli armadietti delle coperte e li
squassò con una violenza incredibile in un improvviso frastuono di lamiere
metalliche nei corridoi
Holly e
Cherry Plum lo accompagnarono ad un miglioramento decisissimo del carattere
Una volta
stabilizzati i sintomi venne accolto in una comunità e, malgrado fosse un po’
in ansia per il cambiamento, partì dopo essersi congedato da
tutti di ottimo umore e in un clima di cordialità impensabile al suo arrivo
ALI’
51 anni
immigrato dal Marocco. Una volta appurata la gravità della situazione è entrato
in un profondo periodo di crisi di cui però non voleva parlare.
Inaspettatamente
dopo qualche tempo, e grazie all’aiuto dell’assistente sociale e della
mediatrice culturale, abbiamo capito che il motivo dell’angoscia era
l’incapacità di decidere se rimanere in Hospice o tornare per i suoi ultimi
giorni a casa, in Marocco.
Abbiamo
immediatamente predisposto una ciotola con Scleranthus per aiutarlo a decidere.
Alla fine ha
preferito tornare a casa e così in una notte di fine anno, dopo aver superato
tutti gli ostacoli burocratici grazie ad un lavoro di gruppo perfettamente
concertato, il dirigente medico in persona lo ha accompagnato all’aeroporto per
permettergli il ritorno a casa.
LA NOSTALGIA
Arriva per
un periodo di sollievo ad 84 anni dopo un periodo di malattia lungo anni in cui
era stato confinato a letto quasi completamente paralizzato
Arriva risentito,
arrabbiato, pretenzioso, prepotente e molto richiedente. Difficile da trattare.
I suoi Fiori
sono stati Heather, Willow, Honeysuckle e Gorse.
All’improvviso
dichiara con grande stupore di vedere tutto positivo per la prima volta dopo
tanti anni. Ci confida di vedere “un cielo luminoso e azzurro “ sopra di sé e
un giorno, commosso, ci racconta di aver sognato durante la notte di essere
morto e poi di essere rinato.
Prima di
tornare a casa, tra la commozione di tutti, chiese alla figlia di scrivere un
suo pensiero per ringraziare tutti sul libro posto all’ingresso dell’Hospice:
“I volti da cupi si sono fatti
luminosi di splendidi sorrisi e tutto quello che pareva negativo si è fatto
improvvisamente splendido e positivo: Grazie anche per questo insperato finale.
Il vostro affezionato E.”
RINGRAZIAMENTI
Per la
disponibilità il dirigente, psicologa, tutto il personale Hospice e i
volontari, un piccolo esercito di quelli che, secondo me, sono i veri supereroi
dei nostri tempi
Agnese e
Nora per quello che hanno iniziato
LoackerRemedia per la generosità e per avermi invitata a parlare del nostro lavoro in
questo congresso
L’associazione
di volontariato AHMIS per il supporto costante
Il RIF che
ci ha dato lo spazio per condividere la nostra storia
Il BachCentre per il lavoro che svolgono quotidianamente per divulgare il lavoro del
dott Bach e per cercare di mantenerne il messaggio puro e semplice così come
egli lo ha ideato
Grazie anche
a tutti voi per la pazienza e per l’attenzione
Maria Chiara Verderi
Ringrazio Arabella Salvini per avermi concesso di utilizzare la sua illustrazione, il bellissimo ritratto di Achille e me al lavoro in Hospice!